sabato 22 dicembre 2018

Versi emotivi sul sisma del 26 maggio 1831 a Sanremo (IM) e dintorni

Sanremo (IM): uno scorcio di mare, visto dal centro storico della "Pigna"
L'erudito e letterato agostiniano scalzo Francesco Viani - cui G.L. Bruzzone dedicò uno studio approfondito in "Riviera dei Fiori, 1990, 4: P. Bonaventura Viani, letterato di Montalto [Montalto Ligure, Frazione del Comune di Montalto Carpasio (IM)] - fra le sue poesie compose e pubblicò (in Componimenti poetici, Fermo, Ciferri, 1853, p.60) la canzone IL TREMUOTO DI S. REMO in cui descrisse, con toni romantici, l'effetto emotivo del sisma (su cui B. Emanuele Maineri si soffermò nella sua Liguria occidentale, Roma, Civelli, 1894, pp. 29-30) del 26 maggio 1831:

"Come cervi al cospetto de veltri
tutti i cor palpitaron smarriti;
come agnelli dal lupo inseguiti,
da' suoi lari ciascun si fuggì.

Chi sui vaghi vitiferi colli,
onde vide quel lito sì caro,
chi sul mar va cercando riparo
al tremor che la terra investì.

Lagrimando ai vicini villaggi
trafelata la gente s'avvia,
pur dubbiando chi un pane le dia
l'egra vita da morte a campar.

Quanto madri languenti, digiune,
del cammino ai disagi mal atte,
non han pane! non stilla di latte
onde i figli morenti sfamar!

Ahi! men duro provaro il destino
quei che in tante ruine travolti
sì rimasero infranti, sepolti!
e a più triste sciagure fuggir!.
..".

Il procedere retorico della lirica, coll'inseguirsi di versi martellanti, enfatizza l'evento tellurico che tuttavia, per quanto non paragonabile a quello del febbraio 1887, procurò danni seri come ha registrato il Maineri. Soprattutto a Taggia, Castellaro, Pompeiana, Terzorio e Bussana, dove si ebbero anche delle vittime. A Badalucco, Montalto e Triora fu invece grande la paura, ma i danni si ridussero a fenditure che solcarono le mura di varie case ed alla caduta di numerosi calcinacci.

in Cultura-Barocca