martedì 22 gennaio 2019

Sulla fine della Comunità degli Otto Luoghi

In altura tra San Biagio della Cima (IM) e Vallebona ed uno scorcio di Montenero, in gran parte di Bordighera: tutte località un tempo appartenenti alla Comunità degli Otto Luoghi
Nell'aprile del 1814, dopo l'abdicazione del Bonaparte sconfitto a Lipsia dagli alleati, gli inglesi entrarono in Genova e restaurarono la Serenissima Repubblica, fra la contentezza di tutti i ceti sociali sfiancati dai lunghi anni delle guerre napoleoniche.
Si trattò però di un atto provvisorio in quanto‚ un anno dopo il Congresso di Vienna, per un quasi naturale appagamento dei Savoia, la Liguria fu assegnata al Regno di Sardegna.

Bordighera (IM) divenne allora Comune indipendente con proprio Sindaco: il territorio della Contea di Ventimiglia venne di nuovo smembrato senza essere eretto in Provincia.

La Liguria occidentale restò quindi divisa nelle tre province di Nizza, Sanremo e Oneglia con un'alterazione degli equilibri che avevano governato di Ventimiglia e degli Otto Luoghi: per esempio a differenza della città e soprattutto di Camporosso, Villa con cui ebbe una lunga storia comunitaria, che vennero ascritte alla Provincia di Nizza, Bordighera rientrò nella Provincia di Sanremo e siffatto smembramento finì per complicare seriamente i rapporti burocratici ed amministrativi tra centri legati da antichi interessi unitari e messi ora in condizione di far capo, con vari e comprensibili problemi, a due distinti Capoluoghi burocratici.
Infatti, benché la "Comunità degli Otto Luoghi", come istituzione politico-amministrativa, non esistesse più da anni, attesi gli eventi rivoluzionari e poi i provvedimenti di Napoleone I, sopravvivevano interessi comuni tra gli otto paesi, da cui era stata istituita, che i Sindaci, anche per evitare scontri di interesse, scelsero ancora di trattare in maniera collegiale, pur rendendosi ormai inevitabile una revisione amministrativa e confinaria tra le ville, ora moderni comuni, revisione che, per tanti fattori, si protrasse a lungo, fra il 1819 ed il 21 giugno 1848.

Dal 1817 iniziarono le prime incomprensioni, poi dal 1819 si intrapresero le pratiche di divisione ufficiale e queste, annosamente, si trascinarono sino al 1848 quando una delegazione, di Regio incarico, costituita dall'Intendente della Provincia, dall'Avvocato Fiscale e dal Prefetto del Tribunale di Sanremo riuscì a risolvere i diversi interessi.

Dal 21 giugno 1848 Vallecrosia, che ormai aveva una pluridecennale esperienza comunale, vide finalmente sanciti i suoi limiti amministrativi la Municipalità non parve però soddisfatta dalla soluzione in quanto l'operazione, che attribuì a Camporosso uno sbocco al mare, lasciò perplessi e fece, a più di un abitante di Vallecrosia, maturare l'ipotesi di un'illecita mutilazione.

Il problema della sistemazione dei confini e conseguentemente dell'individuazione delle distinte aree amministrative aggiudicabili rispettivamente agli otto borghi dell'ormai estinta Magnifica Comunità, fu annoso e controverso, ma si può ben dire che proprio dalla sua tormentata risoluzione nacquero, ufficialmente, i moderni comuni di Bordighera, Vallecrosia, San Biagio, Sasso, Soldano, Camporosso, Borghetto, Vallebona (che pure andarono incontro a destini diversi: alcuni rimasero come erano sempre stati, altri si ingrossarono come Camporosso, altri ancora quali Vallecrosia e Bordighera, che fini coll'inglobare Sasso e Borghetto, assunsero poi i connotati di autentiche città).
Per integrare quanto detto prima giungono però opportune alcune precisazioni prioritarie.

Il riordinamento della Liguria nelle due Divisioni, di Genova e Nizza, non fu, come anche pare logico, contemporaneo al passaggio dell'intera regione alla corona Sabauda (1815): in effetti si tentarono soluzioni compromissorie e provvisorie che talora scatenarono perplessità e proteste e la divisione ufficiale oltre che definitiva e ascrivibile a qualche anno dopo (1818).
Nel 1816 si sparse a Vallecrosia l'impietosa notizia di un reale progetto secondo cui, nell'ambito della divisione del territorio ligure in due Contadi (di Genova e Nizza), la linea di demarcazione sarebbe stata spostata dal corso del torrente Nervia alla Collina della Nunziata e il territorio ad oriente del Nervia sino al nuovo limite sarebbe poi finito sotto l'amministrazione del comune di Camporosso, che avrebbe così quindi fatto parte del contado nizzardo.

Pur nell'ambito delle ambigue demarcazioni della Magnifica Comunità, la parte terminale dei territori immediatamente a est del Nervia fu ritenuta ab antiquo di Vallecrosia (e, nella porzione superiore, di San Biagio della Cima) ora, nell'ipotizzata nuova sistemazione, questi due borghi, appartenenti invece al Contado di Genova, sarebbero stati depauperati di diritti e proventi ritenuti antichissimi.
Da qui derivarono le impaurite petizioni, espressioni magari di campanilismo ma soprattutto dettate da concrete valutazioni storiche, che si leggono nel Registro della corrispondenza, anno 1816, in Archivio Comunale di Vallecrosia.
Il grave della faccenda consisteva nel fatto che, contestualmente, si stavano in pratica risistemando, a livello amministrativo, la Liguria e gli Otto Luoghi: e questo incrementava, nella gente di queste località, confusione e stupore.
Tra le vecchie ville intemelie non vigeva più l'armonia di un tempo e la coscienza di una propria autonomia amministrativa, maturata nell'esperienza rivoluzionarla, valse ad accelerare un processo di separazione, che venne però recepito straordinariamente prima a livello culturale (e campanilistico) di quanto venisse ufficializzato dalle lentezze burocratiche.

Camporosso parve il Comune privilegiato, sia perché assegnato con Ventimiglia al Contado di Nizza sia perché gratificato di quell'imprevisto accesso al mare che è tuttora ribadito dal corridoio orientale del Nervia che con la stessa area costiera si nomina quale frazione di Camporosso Mare.
Ma ormai tra i Comuni, nell'attesa di una definizione dei vari problemi giurisdizionali e amministrativi, vigeva una certa tensione, in quanto, per la volontà di tutelare la propria autonomia e nello stesso tempo per l'altrettanto fiera volontà di conservarsi vecchi privilegi, ogni municipalità si arrogava diritti e pretese ma, con tenacia, misconosceva quelli altrui.
Così, quando nel 1818 il territorio intemelio venne ascritto alla Divisione di Genova, continuarono le petizioni e le proteste per quanto riguarda Vallecrosia, in particolare, contro Camporosso e gli ufficiali del Dazio (da sempre invisi) delle stazioni di controllo site al Nervia e ai confini con Soldano (Registri della corrispondenza, anni vari, in Archivio Comunale di Vallecrosia, documenti).
Tra liti e momentanee rappacificazioni i Sindaci degli otto borghi tentarono di risolvere le questioni della divisione, affidandone prima il progetto al geometra De Tommasi (1819) che realizzò nel 1828 il Tipo figurativo del territorio per la divisione degli Otto Luoghi, e poi al geometra nizzardo Escoffier che fece nel 1833 una sua proposta tecnica: ma nessuno si dichiarò soddisfatto.
Poi nel 1835 ci si dovette appellare all'imparzialità della Commissione Regia.

Un Progetto di Divisione del territorio della Comunità degli Otto Luoghi fu registrato a Sanremo il 30 maggio 1843 e per quanto riguardava Vallecrosia vi si legge: "Valle di Vallecrosia, composta di questo comune e di quelli di San Biagio e di Soldano, stimo doverle essere assegnato tutto il territorio compreso tra i limiti descritti, e dati come sopra alla valle di Camporosso, e così inclusivamente ai a meta della larghezza del letto del torrente Nervia a ponente, li territori di Dolceacqua e di Perinaldo a tramontana, il Vallone che prende il nome dal detto villaggio di Vallecrosia a levante, ed il lido del mare a mezzogiorno. Ed attesoché il detto villaggio di Vallecrosia si trova sulla sponda sinistra di quel torrente, io credo doversi anche assegnare a questa Valle una porzione del territorio sulla medesima sponda a finché quel villaggio non si trovi nel territorio d'un'altra valle..".
L'estensore del progetto Regio Misuratore Ludovico Escoffier basò queste sue riflessioni, che paiono sincere, sul fatto che "...la situazione rispettiva di quei villaggi, e la vasta estensione del territorio esistente sulla sponda destra della Nervia, ove trovasi il Villaggio di Camporosso non permettono in alcuna maniera ne dl stabilire una divisione cosi naturale e così comodo ne di dare una uguale quantità di territorio ad ogni valle, come si riconosce evidentemente dalla semplice oculare ispezione della pianta medesima stante che se queste quattro valli dovessero comporsi dei due pendenti a destra ed a sinistra dei torrenti, il Comune di Camporosso asservirebbe quasi la metà del territorio, e quello di Bordighera Capoluogo, o sarebbe confuso colla valle di Vallebona ossia col vallon di Batallo, o sarebbe così ridotto ad una ben piccola superficie. Laonde, dopo di avere il tutto attentamente esaminato io sono in senso che per conciliare gli interessi di tutti li villaggi condividendi e per dare a cadauno di essi l'estensione di territorio che si approssimi quanto sia possibile alla tangente cui li medesimi hanno diritto in precedenza, ed ai limiti più naturali, si deve assegnare".

A Camporosso venne, sulla base di queste riflessioni, proposto di assegnare "tutto il territorio esistente a ponente della sponda destra del Nervia inclusivamente alla metà della larghezza di questo torrente"; Vallecrosia, con grande soddisfazione, si vedeva riproporre il confine comunale occidentale del Nervia!
Ma Camporosso si oppose a questo progetto di cui il Prefetto di Sanremo Uberti fece inoltrare copie per ogni comunità.
Per quattro anni si ridiscusse la questione e nonostante le pressioni di Vallecrosia che si riconosceva limitata dal Nervia questo progetto venne sostituito da un successivo che riportò le questioni al punto di partenza.

Della soluzione definitiva, a riguardo delle relative aree comunali e della Divisione della Comunità delli Otto Luoghi non si hanno molti altri documenti specifici: come già detto essa fu comunque sancita nel 1848 e , secondo l'ottica municipalistica, fu ritenuta penalizzante da Vallecrosia in particolare, anche se ogni borgo aveva rimostranze e distinguo da avanzare.

Tuttavia per chiarire la questione e riconoscere come dopo il 1848 il confine comunale di Vallecrosia ad occidente non fu segnato col Nervia ma col discriminante più orientale del Colle della Nunziata vale la pena di riproporre un documento datato 12-III-1849, e quindi posteriore alla definitiva soluzione confinaria redatto dal Segretario comunale dell'epoca Biancheri e conservato nel Libro delle deliberazioni consiliari, stesso anno, in Archivio comunale di Vallecrosia, intitolato: Relazione del Segretario Comunale, stante che non vi sij Catastraro, relativo all'Asse Catastrale della Comunità di Vallecrosia, ed alcuni dati Statici della medesima.
In tale atto si legge: "e il territorio della Comunità di Vallecrosia sarebbe composto delle falde di due Colli in direzione da tramontana a mezzogiorno, una posta a destra del Torrente denominato Vallon di Vallecrosia e l'altra a sinistra del medesimo, ed una pianura sita alle estremità di detti Colli sino al lido del mare.
Questo territorio confina a tramontana col territorio del Comune di San Biaggio mediante due Piane, una cioè a destra del torrente chiamato Piandodo dal punto dove sgorga nello stesso Torrente dalla sua origine, ed in direzione diretta sino alla sommità del Colle, e l'altra alla sinistra detta di Caossa dal punto ove versa nel Torrente medesimo sino alla sua origine ed indi in direzione retta sino alla sommità del Colle ove si incontra una strada; a Levante questa strada in direzione a mezzogiorno sino all'origine del Vallon di Rattaconiglio, ed indi questo Vallone sino al lido del mare in confine della Comunità di Borghetto; a Ponente la cresta del Colle, in confine del Comune di Camporosso, seguitando l'... dello stesso Colle in direzione a mezzo giorno sino all'estremità del medesimo, indi dalla metà del piede di questo, mediante una linea retta, sino al lido del mare; ed a mezzogiorno il lido del mare dal Vallon di Rattaconiglio sino alla detta retta ".

Pare ormai evidente che nell'ambito della raggiunta conciliazione dei borghi, relativamente al problema delle rispettive aree amministrative, la municipalità di Vallecrosia abbia poi dovuto accettare una soluzione compromissoria che ribadì l'accesso al mare di Camporosso, altrimenti infattibile, relativamente alla striscia di territorio che oggi attraverso la località Braie porta a quella rivierasca di Camporosso Mare.

Vallecrosia fu così individuata nella sua esatta porzione amministrativa segnata ad occidente dal Colle della Nunziata e a levante dall'origine del Vallone di Rattaconiglio (per i restanti limiti non sorsero in linea di massima grosse controversie): e quest'area amministrativa, bene o male poi accettata, fu quella con cui si identificheranno le successive vicende del moderno Comune di Vallecrosia.

Poi, dopo la fine della guerra, nel fiorire della pace si ebbero altre trasformazioni ancora, con l'esplosione della floricoltura e del turismo: ormai gli Otto Luoghi vivevano la loro autonomia in una sorprendente vitalità di iniziative: ma forse, meditando un poco su quanto fecero i Padri fondatori dell'antica Comunità, oltre la loro semplicità, al di là della loro lotta per una vita più giusta tramandano all'oggi un messaggio straordinario di democrazia, il segnale che, se la volontà regge e governa gli uomini, ogni ostacolo si può superare, ogni difficoltà diventa superabile, i giorni non si succedono più oscuri ma fruttuosi di promesse.

Un messaggio su cui neppure oggi, quando tutto sembra così banale, val la pena di meditare un po', per scoprire le proprie radici ed assaporare il gusto, mai abbastanza provato, della fratellanza!

Lo stesso accadde per gli altri borghi, pian piano si risolsero tutti i vari problemi e si aprì la strada della loro storia moderna, destinata a passare ancora attraverso le tormentate vicende di guerre, scontri politici, trasformazioni economiche, sino ai cataclismi della II guerra mondiale.

da Cultura-Barocca