giovedì 31 gennaio 2019

Sul Castello di Portiloria


Il FORTE (O CASTELLO) DI PORTILORIA costituisce uno tra i punti più enigmatici ma anche affascinanti in merito alle FORTIFICAZIONI DI VENTIMIGLIA [(IM)] (CLICCA E VEDI) in rapporto anche a quell'antemurale naturale per la città che fu il FIUME ROIA ("ROYA" ANTICAMENTE RUTUBA = VEDI).
La stessa logistica dello scomparso CASTELLO DI PORTILORIA (ANCHE PORZIOLA) rimanda a parecchi interrogativi sia all'areale che ad altre ALTRE STRUTTURE MILITARI DI CUI QUI SI OFFRE UN ATTENTO RENDICONTO atteso inoltre che se come qui di seguito si legge IL CASTELLO ERA UN FORTILIZIO AVANZATO VERSO IL NERVIA una vita non guerresca ma assai importante, di natura prevalentemente agricola ma altresì di transito,
RUOTAVA, COME ANCORA CLICCANDO QUI SI LEGGE, INTORNO A QUESTA STRUTTURA BELLICA [al cui interno, e questo è il caso della sua prima citazione del fortilizio, venne firmata nel 1246 una convenzione tra Ventimiglia e Dolceacqua per una reciproca collaborazione anche in caso di guerra incluso plausibilmente lo sfruttamento da parte di Doceacqua dell'approdo del Nervia con i percorsi dell'epoca, non senza verosimilmente precindere dall'accesso al porto del Roia/Roya (ma ferma restando, nonostante questi accordi e ulteriori scontri l' ineluttabilità della storia "genovese" di Ventimiglia [(IM)] e suo contado documentata dall'8-VII-1251 quando Fulco Curlo e Ardizzone De Giudici si recarono a Genova dal Podestà Menabò Torricella per le convenzioni che sancirono la fine del Comune intemelio proiettandolo definitivamente nel "Dominio" della Repubblica siffatta convenzione durò relativamente poco e anche dal lato fiscale e viario dopo che nel 1296 Dolceacqua tentò l'improba strada all'acquisita Ripa Nerviae ad Rotam si ritornò, non senza liti, al tragitto antico sin agli approdi intemeli fu riattivato, in rapportò però alle mutate condizioni geopolitiche, nel 1355].
Il CASTELLO DI PORTILORIA aveva del resto un'indubbia e molteplice serie di funzioni = esso GUARDAVA quanto restava del porto canale del Nervia (e quindi l'omonima piana sulla riva occidentale, alla foce, di questo torrente ) e poi la via di fondovalle, i resti del tragitto costiero romano, il duecentesco ponte di legno sul torrente ( di Amand., cit., doc. 641 del 28-VIII-1254) con il sostanziale quadrivio viario di Nervia = ma la vastità delle potenzialità strategiche e di visualizzazione dei siti non si fermava lì atteso che attraverso le presumibili postazioni in altura siffatta vastità di controllo si estendeva ben oltre (poteva controllare, oltre ad eventuali pericoli provenienti dal mare, la vasta zona dei Piani di Vallecrosia dove ancora sopravvivevano medesti reperti della Strada Romana o Strata Antiqua, cui si accedeva dall'importante Guado "del Verbone o Torrente del Crosa, conducendo ad un polmone agricolo storico tradizionale quello delle Braie verosimilmente percorso, benché chissà in quali condizioni però, dalla deviazione, gergalmente poi denominata "strada per Camporosso" .
Il FORTE (da non confondersi assolutamente con torri, erette o già esistenti, attrezzate contro i Turchi a guardia del mare e quindi prossime alla costa o con resti di strutture militari posteriori a partire dalla settecentesca "Guerra di Successione per il Trono Imperiale" = vedi qui una carta antica multimedializzata e la stessa, senza moderne attivazioni di voci, come nel '700 la realizzò l'ingegnere di guerra genovese M. Vinzoni) sorgeva verosimilmente in una posizione egemone (sì da sfruttare il sito strategico ed ad elevata potenzialità d'osservazione di "COLLA SGARBA") rispetto a queste proprietà e agli eventuali insediamenti, su un sito relativamente in altura relativamente all'odierna parrocchiale nervina di Cristo Re eretta non lungi da dove stava nel '700 la ridotta o forte Orengo degli Austro-Sardi (nel XVIII secolo ai tempi della guerra di successione al trono imperiale), a sua volta edificato nel PREDIO (CASSINA) ORENGO già prebenda episcopale dal 1260 - 1261: poco più in basso di dove stava il CASTRUM AQUAE [o distributore alle condotte cittadine del rifornimento idrico portatovi da due acquedotti provenienti da rio Seborrino] eretto dagli ingegneri e dagli operai idraulici di Romani e nei pressi una struttura basilicale del medio Impero, rilevata di recente, su cui in seguito venne forse costruito un edificio paleocristiano (G. Rossi, Dove si trovava il castello di Portiola , “Giornale storico e letterario della Liguria”, 1 (1900), p. 376-80 (latino Portiloria = volgar. Portiola, pron. Porziola): "Manuele, conte e capitano di Ventimiglia, con il consenso dei consiglieri e del consiglio di Ventimiglia, stipula un patto con Carlevario e Giacomo Preposito – per parte di Dolceacqua – onde le due comunità collaborino in pace e guerra con Genova e il conte di Provenza e contestualmente possano percepire i diritti bannali dei cittadini abitanti nei vicini rispettivi distretti. Il documento detta in questa modo: Nos Manuel comes et capitaneus hominum Vintimilii et voluntate et consensu consiliariorum Vintimili et consilio congregato more solito, scilicet Raimundi Saxi, Oberti Marosi, Fulconis de Castello, Wilelmi Prioris, Conradi Intraversati, Fulconis Curli, Ottonis Marchesii, Ugo Speronis, Willelmi Bonabella, Jacobi Grilati, Raimondi Prioris, Wilelmi Valorie, Rubaldi Balbi et nomine capitaneatus Vintimilii concedimus vobis Carlevario consuli Dulcisacque, quod vos possitis accipere banna de seminatis vestris et vestris agregis quos habetis infra territorium Vintimilii de omnibus hominibus preter de hominibus Vintimilii et de suo districtu... in sursum versus collam de fino. Et de dictis confinis in sursum possitis capere banna de vestris seminatis et agregis sicuti dictum est. Item promittimus vobis quod nos non faciemus pacem nec concordiam cun Genuensibus sine vobis. Et contra Iannuenses et Comitem Provincie si guerram habueritis promittimus vobis iuvare pro posse nostro. Et hec omnia predicta promittimus vobis attendere sub ipoteca bonorum Vintimilii. Item nos Carlevarius consul Dulcisaque et Iacobus Prepositus nomine communitatis Dulcisaque promittimus vobis Manuelo capitaneo hominum Vintimilii, quod nos non faciemus pacem nec concordiam cum Genuensibus sine vobis. Et promittimus vobis iuvare pro posse nostro de guerra quam habetis vel habueritis cum Genuensibus et cum Comite Provincie. Et predicta promittimus vobis attendere sub ypoteca bonorum nostrorum. Testes presbiter Ugo Ferrar, Rainaldus Garillius, Ugo Conqua de Saurgio/ Actum in castro Portilorie die XVI. octobris anno dominice incarnationis MCCXLII. inditione V./ Ego Wilelmus Bermundus sacri Palatii notarius extraxi de cartulario quondam magistri Wilelmi notarii nihil addito vel diminuto literam vel punctum quod mutet sententiam vel sillabam scripsi. = Albintimilium...cit., p. 158-9, 183 nota, 189 nota e 197-8).

Tale CASTRO confinava più in alto con la terra di Giorgio Cataneo, inferiormente con l'acqua del Nervia, da un lato con la terra di Mauro de Mauri, dall'altro con quella di Guglielmo Maroso...": da altri documenti si apprende che vi eran nei pressi terre coltivate ed un pozzo per l'abbeveraggio (Id., doc. 357 del 25-III-1261): il toponimo, da cui il FORTE traeva nome, risulta variamente nominato dal notaio di Amandolesio quasi a testimoniare che, accanto alla struttura militare, vi esistessero dei casolari con residenti stabili, impegnati nell'attività rurale.
Sempre dal duecentesco notaio genovese si evince la presenza nel luogo, vale a dire nell'AREALE DEL SITO DI NERVIA SU CUI GRAVITAVANO VILLE RURALI IMPORTANTI TRA CUI CAMPOROSSO (CAMPUS RUBEUS) di strutture funzionali per la vita agricola oltre che come detto di terreni da porre a coltura e di tutto quanto fosse necessario, partendo dalla gastronomia, per la vita di relazione: vedi qui doc. 260 del 9 giugno 1260 [citazione di troilum et fons (che sfruttavano ancora la portata degli acquedotti romani?) = Importante è anche il doc. 563 del 18 maggio 1262 (colture di di fichi e di viti [in questo caso, oltre al comsueto toponimo, compare nel documento la citazione IN PLANO NERVIE evidentemente per indicare la zona pianeggiante, a sud dell'area vera e propria del castello, dove grossomodo corrono oggi la via statale e la ferrovia, sino a confinare con la prebenda episcopale, area dell'ex officina del gas e dell'attuale comprensorio ospedaliero intemelio)].

da Cultura-Barocca