sabato 17 novembre 2018

Bordighera (IM) dal 1900 al 1940

Bordighera (IM): la vecchia Chiesa Evangelica tedesca, oggi Chiesa Evangelica Valdese
Bordighera (IM) richiamò ospiti di ogni nazionalità, ma anche imprenditori stranieri, che la dotarono di attrezzature di prim'ordine. Albergatori svizzeri vi impiantarono nuovi esercizi, e per iniziativa di un cittadino francese sorse, nei locali del Piccolo Lido, una delle primissime case da gioco in Italia. Nel moltiplicarsi delle opere per lo sviluppo turistico della cittadina, un gruppo di privati cittadini creò, tra il 1910 e il 1911, una società che progettava di edificare un casinò sulla punta di S. Ampelio.
In questo modo Bordighera da un lato veniva ad affiancarsi alle altre villes d'eau della costa ligure provenzale, trovandosi addirittura in condizioni di competere con successo pure in questo settore: anche se l' iniziativa comportava il rischio di alterare lievemente le storiche prerogative di Bordighera quale luogo ameno di soggiorno aristocratico e colto, ben lontano da certe frenesie esistenziali.
 
Alla vigilia della prima guerra mondiale (mentre la Strada Romana si arricchiva di sempre nuove più ville e case signorili) l'attrezzatura turistica giunse a comprendere ventisette alberghi, sei pensioni, alcuni caffè e ristoranti, ben centotrenta ville, una casa da gioco , due cinematografi.
Tra gli edifici di culto, oltre alle chiese cattoliche, figuravano la Chiesa Evangelica Inglese (del 1883) e la nuova Chiesa Evangelica tedesca. Gli istituti di educazione pubblici e privati erano undici; oltre ai vari edifici ed uffici governativi e comunali esistevano sei agenzie consolari, quattro banche e altri uffici.
Tra i pochi stabilimenti industriali di Bordighera, nel 1914 comparve la segheria a vapore Nada Billour, poi trasformata in fabbrica di racchette da tennis (oggi purtroppo scomparsa), l'officina per la lavorazione del ferro Soleri , la fabbrica di cesti per fiori Aicardi e i due giardini di Lodovico Winter. Mentre il panorama agricolo si trasformava, mentre l'agrumicoltura entrava in crisi e l'olivicoltura, pur fra tanti problemi, sussisteva dignitosamente (ma usufruendo ormai quasi obbligatoriamente del moderno e celere mezzo di trasporto offerto dal treno) la floricoltura, buon cespite dell'economia agricola locale, si dilatava con vigore dal vallone di Borghetto e da quello di Sasso verso il declivio meridionale della collina retrostante l'abitato ed il Montenero; aumentava intanto il numero degli agricoltori che sostituivano le colture tradizionali dell' ulivo e degli agrumi con le nuove coltivazioni specializzate; accanto alle varietà di rose, mimose ed altre piante ornamentali si affermava così il garofano, nella cui coltura primeggiava l'ibridatore Sigifredo Alborno, mentre nel settore delle mimose si era perfezionato il tedesco Stefano Neuhoff.
Il progresso di Bordighera patì un rallentamento con lo scoppio della I^ guerra mondiale. Nel corso degli eventi bellici del 1915-18 quasi tutti gli alberghi e il Casinò, da poco terminato, furono adibiti ad ospedali militari, con disagi comprensibili e conseguenti difficoltà economiche per il terziario.
Superati i tempi difficili del dopoguerra, a partire dal 1924 cominciò una netta ripresa dello sviluppo edilizio, allorché vennero costruite trentotto nuove ville, altre vennero ampliate, furono rimodernati parecchi alberghi. Anche nel 1925 si mantenne questo vivo incremento dell' edilizia privata, mentre per suo conto l'Amministrazione comunale realizzò importanti opere pubbliche. In particolare furono compiuti alcuni lavori già progettati nell'anteguerra ma rimasti incompiuti per i gravi eventi sopraggiunti. Nel 1922, dopo una vertenza giudiziaria tra l'Impresa dell'acqua potabile e il Comune, l'Amministrazione presieduta dal Sindaco Cav. Francesco Biancheri (1920-1923) riscattò l'acquedotto e l'azienda .
Nel 1926 veniva quindi completata la PASSEGGIATA A MARE, colla realizzazione di un secondo tronco verso ponente.
Intorno al 1930 venne aperta al traffico la variante della Via Aurelia, a partire dalla Punta di S. Ampelio fino alla Piazza del Mercato (Piazza Garibaldi): l'impresa fu conclusa tra il 1926 e il 1929 ad opera dell'Ente Stradale, col proposito di agevolare il transito sulla Strada Nazionale sopprimendo il passaggio a livello necessario da superare al fine d' entrare nell'abitato appena dopo la Punta di S. Ampelio. Siffatta realizzazione procurò un indubbio vantaggio alla viabilità cittadina.
Scrive ancora la precisa Ceriolo Verrando in "Bordighera nella storia" (p. 162 e seg.) cui, francamente, tanto deve questo nostro lavoro, soprattutto per lo studio della moderna Bordighera, quella cioè sviluppatasi trionfalmente fra XIX e XX secolo:"...Nel 1927 intanto, il raggiunto sviluppo urbano di Bordighera, e quindi la sua nuova importanza tra i centri della provincia, ottiene una conferma ufficiale con l'aggregazione ad essa, come frazioni, dei due passi di Sasso e Borghetto.
I confini della città verso Ovest restano così spostati fino al rio Rattaconigli.
La popolazione, che si aggirava sui 5000 abitanti, viene a comprenderne oltre un migliaio in più e alcuni anni dopo, al censimento decennale del 1931, supera ormai i 7000 abitanti . Nel 1929 Bordighera ottiene il consenso uffia ciale all'uso dello stemma cittadino: un leone rampante al fusto di un pino.
Nel 1936 sarà infine divisa la giurisdizione parrocchiale di Bordighera, con l'erezione della Parrocchia dell'Immacolata (di Terrasanta)....". Dopo la fine della guerra e le trasformazioni geopolitiche la clientela russa, tedesca ed in parte quella inglese presero a disertare, per distinte motivazioni, Bordighera. Un colpo pesante a danno della città fu la soppressione delle case da giuoco in Italia (1923); nel 1927 la concessione in esclusiva del Casinò a Sanremo mise infatti Bordighera in uno stato di svantaggio rispetto alla vicina stazione turistica. Infatti a ragione di un dirottamento quasi biologico di parte del turismo più agiato verso Sanremo, dove stava ormai l'unica casa da giuoco della Riviera, la situazione turistica bordigotta regredì in maniera abbastanza evidente. A partire dal 1929 si verificò a livello mondiale una crisi economica, destinata a ripercuotersi inevitabilmente sul flusso turistico colpendo anche Bordighera. Gli avvenimenti sfavorevoli presero a susseguirsi: per esempio nel 1936 la Campagna d'Africa e l'applicazione delle "Sanzioni internazionali" al regime fascista posero l'Italia in aperto contrasto con l'Inghilterra, sì che i sudditi britannici, i quali rappresentavano gli ospiti più numerosi e affezionati della città, rientrarono gradualmente in patria, lasciando deserti gli alberghi di Bordighera.
Fortunatamente, a parziale compensazione , la floricoltura si era ancor più diffusa, assumendo spesso caratteristiche industriali, sia nella produzione che nella esportazione, ormai in grado di raggiungere vari mercati europei.
Durante la prima guerra mondiale il tedesco Roberto Diem aveva intanto introdotto nella cittadina la coltura dell'"asparagus plumosus" che si era estesa con successo sui terreni della piana. Nel contempo venivano redatti i primi dati sull'estensione delle coltivazioni floreali, riguardanti l'economia imperiese che, nel 1929, contava su ben milleduecentosessanta ettari coltivati a fiori, in maggioranza rose, sia a Bordighera che a Sanremo ed a Ospedaletti.
Purtroppo era alle porte un nuovo, terribile conflitto mondiale la cui esplosione ebbe effetti devastanti, facendo cessare molte attività che costituivano le maggiori risorse economiche di Bordighera e della Riviera.
Nel decennio precedente la seconda guerra mondiale si era peraltro già verificato una stasi generale dell'attività edilizia cittadina. Tale situazione dipendeva da molti fattori, ma fra tutti primeggiava la congiuntura economica che andava registrando un ulteriore calo nel settore turistico; la nuova Bordighera, che doveva il suo sviluppo principalmente a tale ragione economica, ne risentì in modo eclatante.
Nell'ambito delle opere pubbliche disperatamente destinate a valorizzare la città agli occhi di auspicabili turisti, l'Amministrazione comunale concesse in appalto i lavori di sistemazione a giardino della zona di levante sulle pendici del Capo e, promuovendo un'azione più vasta in tal direzione, fece abbellire il giardino pubblico Lowe.
Nel 1937, visto il bisogno di un mercato più ampio e moderno, venne edificato un nuovo fabbricato: il vecchio mercato, sito di fronte a questo su un'area poi occupata da parte di Piazza Garibaldi, venne demolito; l'opera fu completata con la sistemazione della piazza antistante e della Via Garibaldi (poi Via della Libertà), che consentiva d'accedere al mercato.
La guerra mondiale paralizzò poi del tutto lo sviluppo di Bordighera.
La città finì per trovarsi nella zona delle operazioni sul fronte occidentale e da subito patì la sgombero della popolazione (11-28 giugno 1940): negli ultimi mesi del conflitto fu peraltro soggetta a pesanti bombardamenti terrestri, aerei e navali che causarono gravi danni agli immobili, alla rete stradale e agli impianti.

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